Ali sporche – Virginia Spinelli : recensione

Ali sporche
di Virginia Spinelli

 

Il testo è stato scritto quando l'autrice era una studentessa del Corso serale per studenti lavoratori dell'Istituto tecnico statale Aterno-Manthonè di Pescara


 

Recensione di: Aniello Di Maio

Virginia Spinelli è fortemente autobiografica nella sua poesia perché vivere certe situazioni porta a un carico interiore non indifferente. Ali sporche racchiude emozioni, esperienze ma soprattutto ragionamenti sulla condizione di chi ancora lotta per riconoscimenti che altrimenti sarebbero scontati.

Il testo è una risposta al divario, al pregiudizio, una voce che grida da un quartiere abbandonato. Sono cresciuto a Pescara e conosco bene gli sguardi che cambiano quando si dice che il proprio quartiere è Rancitelli (probabilmente una decina di anni fa ero tra quelli che si irrigidivano cercando di non farlo notare). Il posto è ormai noto a livello nazionale per via dei servizi televisivi di Striscia la notizia e altri, ma c’è una porzione di residenti che sono ancor più in ombra: quelli che decidono di rompere i ponti.

Purtroppo in questi casi c’è un doppio stigma, perché perdiamo l’accettazione da entrambi i fronti opposti. Ali sporche diventa un piccolo podio da cui raccontare la solitudine ma anche la forza di chi vuole raccogliere il distacco e muoverlo su di un versante positivo, un megafono per esprimere pensieri che dovrebbero interessare a tutti, ma che finiscono nel marasma di pensieri sparsi della frammentazione contemporanea. E c’è ovviamente molto di più, perché le sfaccettature di una personalità non sono mai definite da un solo carattere.

Nel prologo c’è la spiegazione del titolo: l’autrice, ricorda le tante persone che la volevano a capo chino, “vola basso!”, ma quando la propria anima tende all’imponenza e il coraggio di Icaro diventa difficile andare contro la propria natura.

Il linguaggio è vario, con tanti elementi della quotidianità contemporanea, dal pc alle Chesterfield; molti sono gli stili, dalle definizioni etimologiche fino al verso libero. Gli echi letterari sono in tutto il volume, dai più reconditi a quelli esplicitati (pensiamo ad esempio a La coscienza di Zeno).

Non a caso in chiusura c’è una bibliografia, abbastanza insolito per una raccolta poetica.


 

                

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In ultimo segnalo che Ali sporche nasce anche grazie al progetto della professoressa Mariadaniela Sfarra presso l’Istituto Tecnico Statale Aterno – Manthonè di Pescara C’è sempre più sfiducia nelle istituzioni, eppure la scuola continua il suo lavoro in barba a ciò che si può pensare. Tra mille difficoltà c’è sempre, rimane il faro di cultura condivisa e continua nelle sue delicate operazioni sociali.

Da un lato e dall’altro, lotta. Proprio come Virginia Spinelli.

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