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Sillabo di riferimento per il Livello A2
Schede primarie
Sillabo di riferimento per i livelli di competenza in italiano L2:
Livello A2
A cura degli Enti certificatori dell’italiano L2
Hanno collaborato:
Serena Ambroso, Massimo Arcangeli, Monica Barni, Giuliana Grego-Bolli,
Eleonora Luzi, Paola Masillo, Costanza Menzinger, Franca Orletti e Lorenzo Rocca
Introduzione
1.1 Dall’interculturalismo alla prospettiva transculturale
Il preambolo alla Raccomandazione R (98) 6, emanata dal Comitato dei Ministri del Consiglio d’Europa il 17 marzo 1998, fra gli obiettivi politici delle azioni comunitarie da compiere in ambito linguistico individua i seguenti:
a) “Soddisfare i bisogni di un’Europa multilingue e multiculturale incrementando in misura apprezzabile la capacità dei cittadini europei di comunicare tra loro superando le barriere linguistiche e culturali”;
b) “Evitare i pericoli che possono derivare dall’emarginazione delle persone che non possiedono le capacità necessarie per comunicare in un’Europa interattiva”.
È evidente, relativamente al punto 1), che l’azione ivi descritta debba trovare applicazione anche in riferimento a chi, pur non essendo cittadino europeo, ne condivide i diritti e i doveri. Più evidente ancora, circa il punto 2), il fatto che allo stato attuale un modo relativamente semplice per garantire i soggiornanti stranieri nei paesi membri dell’Unione dai rischi dell’esclusione e della marginalizzazione sia rappresentato dall’acquisizione della lingua della nazione ospitante.
La crescente presenza in Italia della componente straniera si è imposta, negli ultimi anni, all’attenzione di chi è investito in prima persona del compito di interrogarsi sui problemi legati all’integrazione sociale e linguistica dei migranti nel nostro paese. È più o meno a partire dalla metà degli anni Ottanta che le ondate migratorie si sono riversate sull’Europa, sempre più massicce, alimentate dal flusso di nuove direzioni di marcia: non più (o non tanto) orientate dal sud dei paesi affacciati sul Mediterraneo verso il nord del vecchio continente ma imposte invece dalle fughe dei fuoriusciti provenienti dalle sempre più estese e numerose aree di conflitto nelle diverse zone del globo e, negli ultimi anni, dalle rotte criminose della tratta di esseri umani. Una soluzione e una risposta al fenomeno migratorio, come vedremo più avanti in dettaglio, sono consistite nella elaborazione da parte del Consiglio d’Europa, del Quadro Comune Europeo di Riferimento (QCER).
In questo documento, strumento di orientamento descrittivo (e non prescrittivo) e flessibile, nella descrizione di scale e livelli di competenza, per le politiche di educazione linguistica delle diverse nazioni europee, si sposano posizioni teoriche ispirate ai modelli del plurilinguismo, e dunque completamente diverse da quelle fondate tradizionalmente sull’insegnamento di lingue da assumere come entità centralistiche e monolitiche, come sistemi omogenei misurati sulla competenza dei parlanti e degli scriventi nativi ideali. Un plurilinguismo che il QCER tiene ben distinto dal multilinguismo.